Anche Drupa 2021 è rimasta schiacciata dall’emergenza sanitaria che ha generato conseguenze importanti inevitabili sul settore della stampa a tutto tondo. Una su tutte: il rinvio di drupa, che secondo i programmi originali si sarebbe dovuta svolgere a Düsseldorf proprio in questi giorni. Delle novità e delle mancate novità che avremmo visto in fiera, degli scenari che questo slittamento sta delineando e di molto altro ancora hanno parlato nel Club degli Stampatori Digitali la nostra Paola Mortara e Lorenzo Villa, editore della rivista Italia Publishers.
L’annuncio è arrivato intorno al 15 marzo scorso. La fiera drupa, programmata per il 16-26 giugno 2020, verrà rimandata al 20-30 aprile 2021. Dopo gli ultimi sviluppi, posticipare drupa era inevitabile, ha dichiarato Claus Bolza-Schünemann, CEO di Koenig & Bauer e Presidente Onorario di drupa 2020. Molti espositori iniziano le preparazioni logistiche a metà marzo, pertanto l’annuncio odierno del rinvio permette a tutte le persone interessate di agire immediatamente, riprogrammare e prepararsi per l’evento ad aprile 2021. Il nostro entusiasmo per ‘embrace the future’ non è cambiato. Fonte: Drupa
AGGIORNAMENTO 2023: Questo articolo è conservato unicamente ai fini storici all’interno del Blog di Fenix Digital Group. Come sappiamo Drupa 2021 non si è svolta fisicamente ma ha preso forma in versione virtuale, nulla a che spartire con l’evento vero e proprio. L’edizione di Drupa 2024, invece, se si svolgerà sarà dal 28 maggio al 7 giugno 2024.
Il ruolo di drupa 2021 per il settore stampa…
drupa è senza dubbio la fiera più importante del nostro settore. Quindi il fatto che a drupa 2021 non ci sia rappresenta una grossa mancanza, oltre che un grosso dispiacere. Un buco non trascurabile nel nostro palinsesto lavorativo annuale, afferma Paola Mortara, CEO di Fenix Digital Group. drupa, nella dialettica del settore è da sempre assimilata alle Olimpiadi della stampa”, aggiunge Lorenzo Villa.
Il luogo in cui i costruttori e gli utilizzatori finali convergono da tutto il mondo. L’unico vero show globale della nostra industria. Quello che è stato comunicato a marzo, nel pieno dell’emergenza sanitaria, non è stato un semplice cambio di data: è stato il dover rinunciare (responsabilmente) ad anni di preparazione, a settimane di installazioni, allo spostamento di decine di migliaia di operatori, nonché ad un importantissimo indotto economico.
Il senso delle fiere di settore nel terzo millennio vista drupa 2021 quale sarà?
Questo cambio di programma ci consente di fare una riflessione sulla vera ragion d’essere di una fiera come drupa in questo periodo storico, prosegue Lorenzo, il nostro è un mercato tecnologico, e in quanto tale, come molti altri, è costantemente alla ricerca della novità. drupa è sempre stata il palcoscenico preferenziale per questi annunci, soprattutto da parte dei grandi marchi. Fino a qualche anno fa poi quando viaggiare era molto costoso esporre e visitare drupa faceva status.
Essere presenti a drupa voleva dire essere un’azienda seria, un costruttore e uno stampatore di serie A. E se oggi questi aspetti si sono ammorbiditi e democratizzati, resta il fatto che drupa è un evento spettacolare. Un’occasione preziosa per vedere e toccare con mano processi, tecnologie e materiali. E questo anche oggi ha un valore inestimabile.
Cosa avremmo visto a drupa 2020 e cosa vedremo a drupa 2021
Drupa è una macchina enorme, ciclopica ed estremamente complessa. Dopo questo stop imposto ci saranno ancora le energie e l’entusiasmo necessari per affrontare una fatica così importante? Ci sarà ancora la voglia, a drupa 2021 e oltre, di sostenere questi investimenti?
Anche prima dell’emergenza sanitaria, spiega Lorenzo si percepiva nel settore il rischio che l’edizione 2020 di drupa sarebbe stata un’edizione, se non di mancate novità, sicuramente di novità parziali, oppure delle novità presunte perché già in parte annunciate o prevedibili. Questo però è in parte spiegabile. Il mondo cambia, e anche drupa, di conseguenza, con lui. Oggi la tecnologia consente di utilizzare anche altri strumenti, altri momenti e altri luoghi per mostrare all’opera le tecnologie. E se questo non sminuisce il senso e il valore di partecipare alla fiera, le conferisce di certo un sapore diverso. Senza dubbio comunque a drupa 2020 avremmo visto molti dei progressi tecnologici ipotizzati nel 2016 e oggi finalmente pronti. Avremmo potuto avvicinare tante novità in ambito packaging, che è uno dei settori più vivaci in questo momento. Avremmo scoperto nuove tecnologie digitali basate sull’ibridazione tra stampa e nobilitazione, oppure tra stampa e finishing, oppure ancora tra processi analogici e processi digitali. Di sicuro avremmo avuto molte cose di cui parlare e di cui sorprenderci.
E se i grandi produttori rinunciano a drupa 2021, cosa significa?
Alla notizia del rinvio di drupa sono seguiti i comunicati di alcuni dei grandi marchi che avrebbero dovuto partecipare alla fiera. Bobst per esempio ha poco dopo annunciato che nel 2021 non vi parteciperà. Abbiamo iniziato a virtualizzare il coinvolgimento dei clienti con dimostrazioni in live streaming, allo scopo di offrire esperienze ugualmente coinvolgenti ma con minori vincoli di viaggio. Presto saranno disponibili informazioni ulteriori. Fonte: PrintWeek.
La stessa decisione l’ha annunciata anche Xerox. Queste decisioni sono il risultato di riflessioni e cambiamenti iniziati senza dubbio prima della pandemia, afferma Lorenzo. Il Covid ha a mio avviso accelerato un processo, già in atto, di integrazione di diverse modalità di presentazione e interazione con i clienti, sia dentro che fuori dalla fiera. Certamente per una questione di sostenibilità (ambientale ed economica) muovere tonnellate di ferro e milioni di euro oggi è molto più complesso di qualche anno fa. Soprattutto perché esistono delle alternative efficaci e decisamente meno impattanti. Le fiere dunque resteranno – soprattutto quelle importanti come drupa – ma con un grado di contaminazione sempre più elevato. Una progressiva ‘invasione’ dei territori vicini. Un ampliamento costante delle aree di interesse e delle evoluzioni possibili. Il fatto per esempio che a drupa ci fosse un percorso tessile, che verrà di sicuro proposto anche nel 2021, ben spiega il senso di quello che stiamo dicendo.
drupa e la stampa digitale di grande formato
A drupa tutti i produttori del grande formato sono solitamente presenti, ma resta il fatto che drupa non è una fiera del grande formato, non lo è mai stata e non credo che ambisca ad esserlo, precisa Lorenzo. A questo contribuisce sicuramente anche la velocità con cui si muove il nostro settore, che ha un ciclo di evoluzione che non si può sicuramente misurare di 4 anni in 4 anni, aggiunge Paola. drupa resta comunque, anche per noi, un’occasione preziosa per intercettare tantissimi clienti altospendenti, cioè presenti in fiera proprio per programmare il proprio investimento sulle tecnologie più evolute.
drupa 2021: esserci o no?
A drupa continuerà a valere la pena andare dice Lorenzo. Poi ricordiamoci una cosa: drupa è una fiera da waiting list, il che significa che la cancellazione di alcune aziende lascerà dei vuoti che verranno sicuramente riempiti da altre realtà. E personalmente non escludo che l’uscita di scena di qualche marchio consolidato, che certamente dà sicurezza ma di cui si conoscono anche molte cose, possa regalarci scoperte sorprendenti.
Noi di Fenix Digital Group sicuramente ci saremo, conferma Paola. Questo perché continueremo a supportare swissQprint e Veika e HP con i suoi plotter HP Latex. Inoltre drupa resta l’unico luogo in cui poter incontrare veramente tutto il mercato. Non andarci vuol dire non essere aggiornati e quindi perdere delle opportunità. Quel melting pot di esperienze va seguito. Vivere i trend del proprio mercato è fondamentale e non può essere fatto in differita. Il rischio di restare indietro e di non recuperare è troppo alto.
Selezionare e contaminare per innovare sempre
Per quanto, dunque, il valore delle fiere non sia in discussione, va detto – da un lato – che l’anno prossimo gli appuntamenti saranno tanti e bisognerà fare delle scelte, e dall’altro che la commistione di reale e virtuale è un qualcosa di estremamente interessante e che va esplorato. L’investimento che la partecipazione ad una fiera richiede ha sicuramente una resa ma è anche effimero: la costruzione del proprio spazio, lo spostamento di tecnologie, risorse e persone, la fatica e lo stress a cui viene sottoposto il team si esauriscono in pochi giorni e poi vanno letteralmente in frantumi. Una parte di questo investimento viene sistematicamente buttato via. Siamo sicuri che non ci siano alternative?
Forse potremmo cogliere l’occasione per arricchire ‘casa nostra’ e fare in modo che i clienti possano visitare lei, oltre che la fiera, e trovarsi in un ambiente interessante, confortevole e piacevole da vivere, afferma Paola. Quindi non eliminare gli investimenti in fiera ma riorganizzarli per riservarne una parte a qualcosa di durevole, ammortizzabile in maniera diversa e capace di creare un valore maggiore per i clienti. In altre parole, una contaminazione anche di modalità oltre che di tecnologie.
L’acquisto e l’utilizzo di tecnologia innovativa è un imperativo categorico nel nostro settore, conclude Lorenzo. Anzi, in molti casi la tecnologia è un fattore abilitante. Se ce l’hai puoi fare; se non ce l’hai non puoi. Per far prosperare il nostro settore dobbiamo dunque continuare a fare, a sperimentare e a contaminare. Ad incontrarci tradizionalmente ma anche a saper cogliere stimoli diversi e sempre nuovi.